C’è un gesto semplice, quasi quotidiano, che spesso diamo per scontato: scrivere.
Non parlo di un atto performativo, di prosa, poesia, canzoni, o di report o email con un fine specifico. Non parlo della scrittura “utile” o “produttiva”.
Parlo di scrivere per te. Scrivere senza un obiettivo specifico.
Per lasciare che le tue idee si muovano e che il pensiero arrivi dove ce n’è bisogno, toccando quelle emozioni che hanno bisogno di essere liberate. Per iniziare ad ascoltare davvero cosa c’è sotto la superficie delle tue giornate.
Nel mio percorso personale e nel lavoro come counselor, mi capita spesso di consigliare una pratica tanto semplice quanto potente: scrivere un diario libero. Una scrittura non filtrata, non corretta, non pensata per essere letta da altri. Solo tua.
Tutti abbiamo scritto dei diari da piccoli, magari mettendo la data e elencando le cose fatte durante la giornata. L’idea del diario può sembrare banale all’inizio. Eppure, quando iniziano a scrivere, qualcosa cambia. Non subito, non sempre in modo eclatante. Ma lentamente, pagina dopo pagina, si apre uno spazio nuovo.
Uno spazio in cui ritrovarsi.
In cui dare forma a pensieri confusi.
In cui accogliere emozioni che altrimenti resterebbero sospese, trattenute, senza nome.
Scrivere è un gesto profondamente relazionale, con se stessi, e attraverso la relazione possiamo esplorare e trasformare quello che abbiamo dentro.
È come sedersi accanto alla propria parte più autentica e dire: “Ti sto ascoltando.”
Perché scrivere fa bene?
✔️ Ti aiuta a fare chiarezza – Quando metti su carta i tuoi pensieri, inizi a vederli per quello che sono. A volte ti accorgi che quello che ti sembrava un problema insormontabile… ha una via d’uscita.
✔️ Rallenta il ritmo – Scrivere è un modo per fermarti, per creare una pausa nel flusso continuo della mente e delle cose da fare.
✔️ Ti connette con la tua parte più vera – Le parole scritte a mano vengono da un luogo diverso rispetto a quelle dette o pensate in fretta. Più profondo, più intuitivo.
Non serve molto: solo qualche minuto al giorno. Ma può essere un primo passo verso una relazione più autentica con te stesso.
Nel counseling, la scrittura diventa spesso un ponte. Tra il mondo interno e quello esterno. Tra il caos e il senso. Tra il non detto e la possibilità di nominare ciò che si vive.

Come iniziare a scrivere per migliorare la tua vita
Iniziare a scrivere un diario può sembrare semplice, e per molti versi lo è. Ma se vuoi ottenere il meglio, ti consiglio alcune accortezze per prendere il meglio da questa pratica. In modo semplice, senza pressioni. Con piccoli passi che puoi inserire nella tua routine quotidiana, anche se hai poco tempo, anche se pensi di non avere “niente da dire”.
1. Scegli il tuo momento e il tuo spazio (e proteggilo)
Trova un momento della giornata in cui puoi fermarti per qualche minuto.
Può essere al mattino appena svegliə, durante una pausa caffè, o alla sera prima di dormire. L’importante è che sia uno spazio tuo, in cui non devi rispondere a nessuno, in cui puoi staccarti dal telefono o dal citofono e trovare uno spazio interno protetto.
Puoi anche creare una routine di rituali, come mettere una musica che ti accompagni, o accendere una candela, o un olio profumato. I piccoli rituali aiutano a creare uno spazio interiore protetto e a rendere l’esperienza più piacevole.
1. Scegli il tuo momento e il tuo spazio (e proteggilo)
Definisci un confine: decidi quanto vuoi scrivere: 5, 10, 15 minuti? Una, due o tre pagine?
Magari comincia con dei numeri bassi: 5 minuti o una pagina intera. L’importante è arrivare alla fine, anche se pensi di non avere niente da dire, anche se ti sembrano tutte sciocchezze. Anche se riempirai la pagina di “non so che scrivere”. È un inizio. E vedrai che con il tempo la penna farà uscire anche altro, sii paziente e perseverante.
Nel suo libro La Via dell’Artista, Julia Cameron consiglia di riempire 3 pagine. Per esperienza personale, posso confidarti che, per quanto difficile a volte, questa lunghezza effettivamente mi ha permesso di tirare fuori molte cose che non sapevo di contenere. Magari la tua meta potrebbe essere arrivare a 3 pagine, ma va bene anche se decidi di avere un obiettivo più facile.
3. Scrivi senza giudizio, senza aspettative
La prima regola importante è quella di scrivere come se queste parole non verranno mai lette da nessuno. Non cercare di scrivere un romanzo o una poesia. Non serve che le tue parole siano belle, corrette o intelligenti, anzi! Questo è anche uno spazio per far uscire le cose un po’ più “brutte”, perché tutt* le abbiamo dentro, e se non escono rimangono lì!
Dai il peggio di te!
Scrivi come viene, senza rileggere e senza fermarti. L’obiettivo non è la forma, ma il contatto con te stessə
3. Cosa fare se sei bloccatə
A volte la pagina bianca può intimidire. Ecco alcune frasi che puoi usare per iniziare. Scegli quella che ti risuona di più:
- “In questo momento mi sento…”
- “Quello che non sto dicendo a nessuno è…”
- “Quello che mi serve oggi è…”
- “Mi fa paura…”
- “Vorrei avere il coraggio di…”
Puoi scrivere una pagina intera su una sola di queste frasi. Oppure saltare da una all’altra, come se fossero porte da aprire. Oppure scrivere soltanto “non so che scrivere”. Va tutto bene, nessuno giudicherà le tue parole.
4. Lascia che emerga anche ciò che non capisci subito
Non tutto quello che scrivi avrà senso sul momento. A volte emergono frasi strane, ripetitive, frammenti.
È normale. Non cercare di controllarlo: accoglilo. La tua mente e le tue emozioni stanno uscendo, e non sempre è facile comprenderle subito. Fidati del processo, fidati della tua mano.
5. Cosa fare dopo aver scritto?
Il mio consiglio è di non rileggere quello che hai scritto. Puoi chiudere il quaderno e lasciarlo lì.
Almeno per qualche settimana.
Può essere interessante rileggere le tue parole dopo qualche tempo, per trovare nuovi significati. A volte da una singola frase emerge un’intuizione importante che siamo in grado di comprendere solo dopo qualche tempo.

✨ Se inizi, sii gentile con te stessə
Non tutti i giorni saranno uguali. Alcuni giorni scriverai di getto. Altri ti sembrerà di non avere nulla da dire.
Va bene così.
La scrittura, come ogni pratica di consapevolezza, non è una gara. È un modo per essere presente. Con te stessə, con quello che c’è, così com’è.
Se vuoi, puoi rendere la scrittura parte di un percorso di crescita personale più strutturato.
Nel mio lavoro come counselor, accompagno spesso le persone in questo processo, e capita spesso che proprio attraverso le parole scritte, emergano verità profonde, desideri nascosti, blocchi da trasformare.
Se provi a scrivere, raccontami com’è andata.
E se vuoi essere accompagnatə nel tuo percorso, sono qui.
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